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La Borsa di Milano

Fino alla fine del '700 i mercati a Milano si svolgevano in aree separate in base al genere, la maggior parte raggruppati nella Piazza dei Mercanti e fu solo nel 1808 che venne istituita la Borsa di Commercio di Milano, stabilita nei locali all'interno del Monte di Pietà. A causa del crescere delle contrattazioni nacque l'esigenza di istituire un'area più ampia per i mercati e, nel 1809, si decise di spostarle all'interno del Palazzo Giureconsulti, in piazza dei Mercanti. Successivamente, fra il 1899 ed il 1901, su progetto dell'architetto Luigi Broggi, venne costruito il nuovo Palazzo della Borsa in Piazza Cardusio che disponeva di uno spazio più che doppio rispetto a quello dei Giureconsulti ed era situato in un'area occupata dai più importanti edifici finanziari della città: il Credito Italiano, la Società Fondiaria, le Assicurazioni Generali.

Nel primo dopoguerra, però, le trattazioni riguardanti il riso, il grano, i suini, il vino ed altri generi erano ancora effettuate all'aperto e, di conseguenza, si presentò nuovamente il problema di una sede più ampia: nel 1925, per la costruzione dell'attuale Palazzo delle Borse, venne acquistato Palazzo Turati insieme all'area compresa tra Via Meravigli e Piazza San Vittore al Teatro. Il nuovo Palazzo delle Borse, costruito su progetto dell'architetto Paolo Mezzanotte, venne inaugurato nel 1932 ed ospitava la Borsa delle Sete e dei Bozzoli ed il Mercato dei Cereali (nell'ex Palazzo Turati). Uno dei nuovi e grandiosi locali della Borsa Valori fu la Sala delle Grida che, insieme a tutte le altre sale destinate alle contrattazioni, era nota per la sua modernità e la funzionalità delle tecnologie messe a disposizione, ed anche per lo splendido velario che illuminava la sala dall'alto. Ai tempi, le quotazioni dei 78 titoli ammessi alla Borsa apparivano su un enorme quadro luminoso, il più grande mai costruito in Italia e veniva manovrata da un solo operatore.

Oltre alle sale per le contrattazioni, ovviamente, erano presenti numerosi servizi per gli agenti e per il pubblico: ingressi e guardaroba (separati per gli agenti di Cambio), uffici (per il telegrafo e per la posta leggera), 76 cabine telefoniche, 47 cabine telefoniche in sale separate ed un vasto ristorante aperto al pubblico, la celebre Taverna Ferrario. Il ristorante era situato al livello superiore del Palazzo della Borsa (insieme ad un albergo diurno, locali per bagni ed altri locali minori) e la sua configurazione richiamava quella di un anfiteatro grazie anche alle gradinate (ora scomparse) ed alla galleria sopraelevata. Le pareti dell'intero locale vennero decorate da Giò Ponti che, nel 1931, propose di impiegare un rivestimento ceramico ed alcune sculture. Anche la galleria sopraelevata, che attualmente ospita la caffetteria, la club house e gli studi televisivi, era decorata da giocose rappresentazioni ad arabeschi create da Giò Ponti.